Matilde Waltzing
  • Una Matilde italiana entra da prima donna sulla ribalta della narrativa australiana
    Il primo romanzo della scrittrice italo-australiana Elise Valmorbida

    Matilde Waltzing. Elise Valmorbida. Allen & Unwin. $16.95.
    Reviewer: Ivano Ercole
    3 November 1997

    “Matilde Waltzing”, prima opera narrativa della scrittrice italo-australiana, residente a Londra, Elise Valmorbida costituisce un esordio letterario estremamente lusinghiero, tale da rendere l’autrice una vera e propria rivelazione. Protagonista del romanzo è Matilde Forlan, una donna di umili origini ma ricca di spirito e fantasia, nata in un piccolo paese del Veneto, alla fina del secolo scorso. Si tratta di un personaggio immaginario, e tuttavia in lei riecheggiano e si riflettono le esperienze delle prime donne emigrate in Australia agli inizi di questo secolo. Prime donne in senso cronologico, naturalmente, e non operistico, anche se nella storia di Matilde c’è un affiato lirico che rende la protagonista una sorta di eroina che figurerebbe assai bene in un melodramma di ispirazione tanto verista quanto surrealista. L’autrice, infatti, ha voluto stemperare il contenuto realistico del suo romanzo con costanti richiami al mondo surreale del mito e dell’immaginazione.

    Il libro comincia con la storia di una santa, tale Santa Barbara dell’Apparizione, che in prima persona rievoca, con divertita ironia, la propria vita così come viene raccontata con tanto di apparizioni e miracoli, in una raccolta di biografie di santi pubblicata in Inghilterra nel 1861. Santa Barbara (anch’essa un personaggio immaginario) è nata nello stesso paesino del Veneto dove nasce Matilde ed il destino di quest’ultima e misteriosamente influenzato dal destino della santa anche se Matilde, pur essendo una donna assai sensibile, non ha alcuna inclinazione alla santità religiosa. L’infanzia e la fanciullezza di Matilde sono descritte con mirabile estro narrativo. Elise Valmorbida riesce ad evocare il piccolo mondo rurale veneto del primo novecento come se lei stessa vi abbia vissuto. Non solo, ma è capace al tempo stesso di rappresentare il mondo interiore di una bambina di quell’epoca con una prosa sciolta e penetrante. La piccola Matilde ha una fantasia fervida con la quale crea personaggi e situazioni che sono per le tanto se non più importanti del mondo reale che la circonda. Una macchia sul muro della sua cameretta assomiglia al profilo di un terrier scozzese. Nelle ore notturne Matilde conversa con il muso del cane, il quale diventa un po’ come il suo nome protettore. Il profilo del cane è simile ai contorni geografici dell’Australia e Matilde comincia a fantasticare fin da bambina su questa lontana isola-continente che evidentemente ha sentito menzionare dagli adulti in relazione alla partenza o al rientro di compaesani emigrati.

    La prima parte del libro contiene le pagine più belle del romanzo che si snoda su vari registri descrittivi, ora in prima ora in terza persona. Matilde va incontro al suo destino sposando Piero Manin, un giovane che torna al paese dall’Australia per trovarvi moglie. Siamo negli Anni Venti e tanto l’esperienza del viaggio in nave quanto l’impressione all’arrivo in Australia, sono sconfortanti per la giovane donna veneta la quale, però, si rimette alla sua sorte con grande forza d’animo, mantenendo intatto il suo ricco mondo interiore. Suo marito cerca di fare fortuna fabbricando con un socio macchine per la produzione di ghiaccio, ma il progetto va letteralmente in fumo quando la fabbrica viene distrutta in un incendio. Nascono tre figli e Matilde, alla fine, resta vedova in in’Australia ormai cambiata dal progresso economico e sociale, mentre si affermano idee, mentalità e modi di vivere che le sono tanto estranei quanto lo furono quelli della vecchia Australia. C’è una santità, non mistica ma profondamente umana, che cresce in lei fino a realizzarsi pienamente nel momento della morte. E’ lei Santa Barbara dell’Apparizione e lascia questo mondo mentre le appaiono i due uomini più importanti della sua vita, il fratello Lorenzo e il marito Piero, che danzano con lei un walzer ideale. La “Matilda” ovvero la bisaccia delle vicissitudini esistenziali di Matilde è ormai colma e la storia si conclude, significativamente, con i versi della più nota canzone popolare australiana che scandiscono, come in una meravigliosa aria d’opera, un grande finale.

    “Matilde Waltzing” è edito da Allen & Unwin e sarà presentato stasera, lunedì 3 novembre, all’Istituto Italiano di Cultura di Melbourne, alla presenza dell’autrice.

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